La tappa successiva e' piu' a sud, in un' originalissima guest house gestita con amore e gusto dai coniugi Frikke e Hilde Mouton, sulla sessantina.
Una vecchia calcara trasformata in boutique hotel, in mezzo al deserto.
Un piccolo giardino botanico di piante succulente ed un "lithoparium", con i lithops della collezione Cole, esperto di queste incredibili piante sasso, da poco deceduto.
Le camere sono dei piccoli bungalow, arredati con materiali di recupero, come vecchie latte e lamiere, con veranda sul deserto, da cui ammirare i numerosi Impala ed altri animali che lo abitano. Un chiassoso gruppo di faraone (in pratica piccoli tacchini a pois che sembrano essere i volatili simbolo del Paese) fa da padrone nell'aia, su cui si affaccia una vecchia cisterna di pietra trasformata in piscina per rinfrescare gli ospiti.
Ottima cenetta a lume di candela, con il caldo vento ad accarezzarci e vista su tramonto mozzafiato.
Hilde ci ha gentilmente dato informazioni su dove trovare lithops e altre piante succulente. Aldo era cosi' eccitato dall'idea che in realta' non stava prendendo appunti ed avebbe poi dimenticato tutto. Infatti.
La mattina dopo siamo ripartiti dopo un'abbondante colazione all'alba. Avvistiamo le prime "Aloe dicotoma", bianchi tronchi succulenti, con diversi rami da cui spuntano le foglie di aloe, proprio mentre camminiamo tra queste piante inizio ad avere forti crampi allo stomaco ed un rimestamento di budella. Devo calarmi in fretta i pantaloni ed accucciarmi di fianco ad un'albero ignaro ... Qualcosa mi ha fatto male, forse il latte.
Un forte senso di nausea e crampi allo stomaco mi accompagnano per tutta la giornata, mentre attraversiamo savane e semideserti verso la nostra meta: il Fish River Canyon. Dal finestrino avvistiamo struzzi, impala, orici, zebre, fino ad arrivare sul bordo del Canyon, nel parco detto "della pace", simile al suo fratello Americano. Probabilmente formato quando i due continenti erano ancora uniti. Anche se qui i nativi San credono ancora che a formarlo sia stato il grande serpente (incedibile come leggende e religioni si assomiglino tutte) lontano cugino di Quetzacoatl... Ad attenderci moderni ed attrezzatissimi lodge di pietra marrone costruiti sulle pendici del canyon, un vento caldo soffia incessantemente risalendo le pendici con un rumore quasi assordante, per questo tra le attrezzature fornite ai turisti ci sono anche dei tappi per le le orecchie.
Purtroppo non riesco ad apprezzare la bellezza del panorama, ne' la meravigliosa piscina a strapiombo sulle roccie. Riesco a malapena a trascinarmi con lo zaino e le borse fino al letto e crollarci sopra. Sono senza forze. Un sonno profondo mi avvolge e mi risveglio solo quando Aldo, Isa e Paolo, tornano vittoriosi ed accaldati dalla loro ricerca del litops perduto, segnalatoci da Hilde al view point, che hanno infatti trovato.
Recuperate un po' le forze e riesco a camminare per 3 o 4 km (qui dicono kilo), fino al view point con Aldo che mi mostra entusiasta le piccolissime piante sasso perfettamente mimetizzate tra le pietre del canyon. Trovo assai piu' interessante ammirare "the edge of eternity" (il bordo dell'eternita') con il gioco di chiaroscuri delineato dal sole che tramonta.
Mi sento un po' meglio, ma ho ancora crampi allo stomaco, quindi salto la luculliana cena preparata per noi nello scenografico ristorante con vista sul canyon, chiedo una zuppa e mi portano un passato di piselli. Perfetto per riequilibrare il mio povero sistema digestivo, dandomi vitamine e sali minerali sufficienti per recuperare le forze.
La mattina a colazione riesco a mandar giu' dello yogurt con frutta, il mio stomaco non e' ancora pronto per uova e pancetta...
Ripartiamo presto per la nostra prossima meta, nel profondo Sud della Namibia, ai confini con il Sud Africa, tracciati dall'Orange River.
Durante il percorso avvistiamo ancora Zebre, Struzzi, Impala ed Orici e femmine di un altro quadrupede non ben identificato. E' buffo vedere come anche loro ci osservino, quasi a dire: che strani animali, escono sempre da cubi di ferro che si muovono veloci, camminano sulle zampe di dietro e usano le zampe davanti solo per tenere degli aggeggi che si mettono davanti agli occhi e fa uno strano clic...