Tecnicamente l'equinozio di quest'anno è stato il 20 Marzo alle 12.02 ed in molti luoghi archeologici delle antiche civiltà Maya o Azteca del Messico, si celebra ogni anno il momento in cui (in teoria) luce e buio si equivalgono, come la piramide del sole a Teotihuacan o El Castillo di Chichen Itza, dove per un gioco di luce ed ombra si forma l'immagine del serpente piumato che scende la scalinata del tempio, o le piramidi di Cholula o il Templo de las Siete Muñecas a Dzibilchaltún, dove la luce del sole passa attraverso la porta del tempio nel momento esatto in cui ha inizio la primavera....Una spiegazione scientifica accurata degli equinozi la trovate su http://daily.wired.it/news/scienza/2013/03/20/equinozio-primavera-20-marzo-266526.html
E' curioso che comunque la si veda, la primavera sia simbolo di Rinascita o Resurrezione.
Come dal seme (che si sacrifica) nasce un nuovo germoglio di vita. “Barleycorn Must Die”, bellissimo brano tradizionale inglese, riarrangiato negli anni '70 e reso famoso dal gruppo dei Traffic , in cui si narra la storia di un seme di Barley (orzo) deve morire per rinascere nella nuova pianta... (da cui si estraggono anche whisky e birra)
“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s’ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all’estremità del mondo. Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via. Egli esce da un’estremità dei cieli e il suo giro arriva fino all’altra estremità; nulla sfugge al suo calore.” (Salmo 19)
Per celebrare la Primavera io e “mami” , dopo aver ammirato la parata dei carri e dei bambini, siamo andate al cinema a vedere un bel documentario su San Miguel de Allende “ LOST AND FOUND IN MEXICO” http://www.lostandfoundinmexico.com/ dove una simpatica signora Statunitense sulla sessantina, racconta la sua “rinascita” in Messico, insieme a quella di molti altri “gringos” che hanno abbandonato la comodità del “sogno americano” per trasferirsi qui, nel “terzero mundo” e ritrovarsi nella semplicità di questo paese e di questo Popolo, abbracciandone la cultura....Proprio come abbiamo fatto anche io e mia mamma. E' proprio la semplicità, la gioia data dalle piccole cose quotidiane: il sorriso di un bambino o di una vecchietta sdentata che si regge a malapena sul suo bastone, la bellezza della natura, il cielo, la pace e serenità che deriva proprio dall'accettare quello che si ha, senza desiderare altro... superfluo.