c'e' chi se ne prende cura: anzi, sono ben 3 persone!
Semplicemente e' giunto il momento per me di prendermi il mio tempo, riprendermi un pezzetto di liberta'.
Chi sta facendo il "caregiver" per qualche persona cara sa che si consuma prima l'energia di chi si prende cura del malato (di demenza o alzhaimer) del malato stesso. E che spesso ci si sente in trappola, prigionieri.....
E bisogna avere il coraggio di lasciarli (i nostri cari) alle cure di altre persone, almeno per un po'....
Cosi' ho fatto: ho lasciato la mamma in Messico ed io sono andate in Namibia...
Si, in Africa, dall'altra parte del mondo e dell'emisfero.
Alla scoperta di un nuovo mondo: la mia prima volta in Africa.
E mi sono chiesta se anch'io avrei sofferto del tanto decantato "Mal d'Africa"....
La risposta la saprete solo andandoci voi stessi.
Dopo un lunghissimo viaggio dal Messico, con 2 stopover: uno lunghissimo a Sao Paolo Brazil, dove ho reincontrato Aquino, ed un altro a Joburg dove ho rivisto Gaia, una delle "donne che emigrano all'estero"...
Sono approdata finalmente in Namibia: Windhoek e' una cittadina pulita e luminosa.
Il mio primo alloggio e'stato Rivendell, una guesthouse vicino al centro, semplice e pulita, con una piccola piscina dove mi sono rinfrescata dopo aver fatto colazione.
Poi sono andata in taxi alla Casa in Olof Palme, dove aspetto Aldo, Paolo e Isa che dovrebbero arrivare a minuti...
Mi ha fatto davvero piacere rivedere Aquino dopo 4 anni, quando lo avevo conosciuto a Verona.
Abbiamo ricordato insieme i bei momenti condivisi e parlato delle nostre vite, figli, amori e amicizie, che sono la cosa piu' bella e, naturalmente, di Dio, che ci guida e ci insegna ad amare, nonostante noi...
E' stato difficile trovarci all'aereoporto Garhulos di Sao Paulo. Non ci siamo visti ed abbiamo incominciato a cercarci, dubitando che fossimo arrivati o che ci fosse successo qualcosa.... poi, quando stavo davvero rinunciando, sento il mio nome dall'altoparlante che mi chiede di recarmi all'ufficio informazioni. Ed eccolo li'... accaldato e sudato. Io stanchissima dopo 9 ore di viaggio praticamente insonne, pero' felici di riabbracciarci: le cose piu' difficili sono le migliori gli dico!
Il mio primo impatto con l'Africa e' stato dolce, persino nella metropoli sudafricana Johannesburg, dove mi aspettava Gaia Manco , blogger emigrata come me, che avevo incontrato a Citta' del Messico 6 mesi fa, dove mi aveva ontervistato per il suo podcast:"Accidentally Joburg". Johannesburg, appunto, mi e' sembrata una citta' ordinata, pulita e civile.
Treni puntualissimi, jacaranda fiorite e caffe' affollati da una bellissima gioventu'.
Gaia mi rivela pero' che appena fuori dalle poche oasi di tranquillita' si trovano poverta' e delinquenza, in quella lotta mai finita tra ricchi e poveri o tra poveri e poverissimi....
Abbiamo mangiato qualcosa in un caffe' all'aperto nel tepore della primavera sudafricana, dove le temperature non scendono mai sotto i 5 gradi nemmeno in inverno.
L'ultimo volo per Windhoek e' atterrato dolcemente su suolo Namibiano alle 21:30 in punto.
Una brevissima formalita' in dogana e via con lo shuttle prenotato fino alla mia casa Rivendell per una notte di sonno in un vero letto finalmente!
Ora qui, nel giardino in Olof Palme, all'ombra di fronde odorose aspetto il mio futuro marito, forse.....
Adesso si' che mi sento davvero in Africa... dopo un viaggio di circa 400 km. A Sudest di Windhoek, una sosta a Klein Aub per cercare un Lithops (piccolissime piante-sasso del genere succulente) che William, un nativo Africano, ci ha aiutato a cercare e che ha trovato dopo un'ora di ricerche su una piana desertica disseminata di piete di quarzo. E poi via, verso il deserto del Kalahari: terra rossa, alti termitai ed un Lodge per ricchi turisti pensionati...
Siamo arrivati prima del previsto, verso le 2 del pomeriggio, quindi abbiamo avuto il tempo di farci una doccia ristoratrice, il caldo e' davvero brutale, un veloce bagno in una delle piscine del resort e poi un "game safari" tour in una delle jeep del parco.
Una sorpresa inaspettata!
Dopo pochissimi kilometri di pista nella sabbia rossa, abbiamo subito avvistato degli Impala, spring bocks (gazzelle dalle lunghe corna), poi dei Kudu, con lunghe corna a spirale, poi degli struzzi, uno splendido gufo su un gigantesco nido su un acacia, poi degli Gnu, che qui chiamano animali blu, e.... oh meraviglia! Zebre e giraffe!
Non ci aspettavamo davvero di vedere tutti questi animali selvatici in cosi' poco tempo...
Per finire, il nostro safari boy Shimi, dal bianchissimo sorriso, ci ha servito l'aperitivo su una duna con vista sul tramonto del kalahari. Da togliere il fiato.
Splendide le camere dei lodge, con letti ricoperti di zanzariere a bldacchino, arredamento molto raffinato da cui vorrei copire lcune idee, come i tubi di rame del gas come porta asciugmani.
Ottima la cena a buffet con improvvisato show delle inservienti che hanno intonato cori tipici e danze.