Il leit motiv di questo viaggio e' stato il "soffio": il soffiare del vento, unico suono costante, nel deserto tra i cactus ed i buffi "Cirios" (alberi a forma di carota pelosa della famiglia delle fouquerie) il vento in barca verso le isole o che solleva la sabbia sulle immense spiaggie deserte sul Pacifico. Il soffio del serpente a sonagli sull'isola Santa Catalina (crotalus catalinensis) unico nel suo genere ad essere privo di sonagli, che pero' mi ha cortesemente avvisato della sua presenza soffiandomi come un gatto, giusto in tempo prima che il mio piede si avvicinasse troppo e fosse suo malgrado costretto a mordermi, il che sarebbe stato fatale per me...
Infine il soffio soave delle grandi balene grigie nella laguna Ojo de Liebre, che si avvicinano silenziose ed aggraziate alle barche dei turisti a salutare e giocare.
Fa riflettere pensare che fino a non molti anni fa, in questa stessa laguna, allora battezzata con il nome del terribile baleniere Scammon, la balena grigia veniva ferocemente uccisa, proprio qui dove viene da sempre a riprodursi. "Le Balene lo Sanno" (come recita il titolo di un racconto di Cacucci) alcune di loro, le piu' anziane, sono scampate a quegli arpioni e ancora ne portano i segni. Pero' hanno perdonato ed ora si avvicinano senza timore e posano per noi, per le nostre fotografie e selfie, si fanno accarezzare, baciare , si esibiscono in divertenti balletti salutandoci con la coda. Il contatto non e' casuale, si alzano e ci guardano, si avvicinano e stazionano intorno alle piccole imbarcazioni che potrebbero benissimo rovesciare e affondare con un colpo di coda.
Il contatto e rapporto tra esseri umani e balene e' molto diverso da quello che si puo' sperimentare, ad esempio, con lo squalo balena che e' un pesce e non un mammifero: lo squalo balena, gigantesco ma innocuo, nuota ignaro non cerca nessun contatto con l'uomo che gli nuota o passa accanto, anzi casomai lo evita.
La balena ci riconosce, si avvicina e comunica, interagisce con noi, sembra volerci dire qualcosa di molto importante sulla vita e su questo pianeta che condividiamo. E si', ha misericordia di noi.
I serpenti invece, quelli a sonagli in particolar modo, mi hanno da sempre terrorizzato. Sara' che, come dice la Bibbia in Genesi 3, Dio ha punito il serpente ponendo inimicizia tra lui e la donna. Fatto sta che solo l'idea di incontrarne uno mi fa tremare, in tutta la mia vita per fortuna ne ho visti solo 2, entrambi mi hanno risparmiata. Il primo, in Arizona, dormiva tranquillo sotto un albero, non si e' scomodato ma ci guardava di sottecchi mentre lo fotografavamo a distanza di sicuezza.
Questa volta invece ero stata avvisata: Isa, una compagna di viaggio, ne aveva appena avvistato uno, camminando tra i bellissimi ferocactus diguetii dell'isola Santa Catalina. Lo aveva visto arrotolato tra le roccie su cui si mimetizza ed anche quello le aveva soffiato. Pochi minuti dopo anche Giuliana, altra amica, ne ha avvistato un altro. Quindi procedevo abbastanza guardinga, ma dopo un salto in discesa ho sentito un soffio ed era li' a meno di un metro dal mio scarpone, in posizione di attacco, per difesa. Un salto di un metro all'indietro con il cuore che mi era andato in gola e le gambe con la tremarella...e la consapevolezza di averla scampata. Dio mi vuole su questa terra ancora per un po', ed ha voluto darmi la prova che ci e' dato potere nel Suo nome su serpenti e scorpioni (Luca 10: 19)